“Ogni cosa piccola è bella” scrive Sei Shōnagon nelle sue Note del guanciale. Lo haiku, la più piccola forma di poesia esistente, scandito in tre versi di 5-7-5 sillabe, affonda le sue radici nel passato lontano della cultura nipponica: originariamente prima strofa, detta hokku, di un componimento più lungo, acquista un’importanza sempre crescente fino ad essere riconosciuto come un genere pienamente indipendente, e viene ribattezzato “haiku” nell’Ottocento da Masaoka Shiki. Il grande mastro Bashō (1644-1694) e quanti verranno dopo di lui riescono con gli haiku a cogliere il respiro del mondo e a proiettarlo in una dimensione senza soggetto e senza tempo: contro uno sfondo naturale grande, mai descritto ma solo suggerito da un termine che metonimicamente indica la stagione, un movimento infinitesimale ci scuote, ci fa conoscere il fueki ryūkō, "l'impermanenza e l’eternità" che costituiscono il gioco eterno della vita. Questa antologia segue la storia dello haiku dalla sua prima grande fioritura nel Seicento, epoca di profondo rinnovamento sociale in Giappone, fino alle soglie del periodo contemporaneo, attraverso nuove traduzioni che mirano a restituire al pubblico italiano l’icasticità e la purezza di questa forma poetica che fin dal suo primo apparire ha affascinato l’Occidente.
Format:
Paperback
Pages:
266 pages
Publication:
1998
Publisher:
Mondadori
Edition:
Oscar classici
Language:
ita
ISBN10:
8804427205
ISBN13:
9788804427209
kindle Asin:
B07J4WSMQ9
Haiku: Il fiore della poesia giapponese da Basho all'Ottocento
“Ogni cosa piccola è bella” scrive Sei Shōnagon nelle sue Note del guanciale. Lo haiku, la più piccola forma di poesia esistente, scandito in tre versi di 5-7-5 sillabe, affonda le sue radici nel passato lontano della cultura nipponica: originariamente prima strofa, detta hokku, di un componimento più lungo, acquista un’importanza sempre crescente fino ad essere riconosciuto come un genere pienamente indipendente, e viene ribattezzato “haiku” nell’Ottocento da Masaoka Shiki. Il grande mastro Bashō (1644-1694) e quanti verranno dopo di lui riescono con gli haiku a cogliere il respiro del mondo e a proiettarlo in una dimensione senza soggetto e senza tempo: contro uno sfondo naturale grande, mai descritto ma solo suggerito da un termine che metonimicamente indica la stagione, un movimento infinitesimale ci scuote, ci fa conoscere il fueki ryūkō, "l'impermanenza e l’eternità" che costituiscono il gioco eterno della vita. Questa antologia segue la storia dello haiku dalla sua prima grande fioritura nel Seicento, epoca di profondo rinnovamento sociale in Giappone, fino alle soglie del periodo contemporaneo, attraverso nuove traduzioni che mirano a restituire al pubblico italiano l’icasticità e la purezza di questa forma poetica che fin dal suo primo apparire ha affascinato l’Occidente.