«Necropoli riesce a fondere l’assoluto dell’orrore con la complessità della storia». dall’introduzione di Claudio Magris
Campo di concentramento di Natzweiler-Struthof sui Vosgi. L’uomo che vi arriva, un pomeriggio d’estate insieme a un gruppo di turisti, non è un visitatore qualsiasi: è un ex deportato che a distanza di anni torna nei luoghi dove era stato internato. Subito, di fronte alle baracche e al filo spinato trasformati in museo, il flusso della memoria comincia a scorrere e i ricordi riaffiorano con il loro carico di dolore e di commozione. Ritornano la sofferenza per la fame e il freddo, l’umiliazione per le percosse e gli insulti, la pena profondissima per quanti, i più, non ce l’hanno fatta. E come fotogrammi di una pellicola, impressa nel corpo e nell’anima, si snodano le infinite vicende che ci parlano di un orrore che in nessun modo si riesce a spiegare, unite però alla solidarietà tra prigionieri, a un’umanità mai del tutto sconfitta, a un desiderio di vivere che neanche in circostanze così drammatiche si è mai perso completamente. Scritto con un linguaggio crudo che non cede all’autocommiserazione, Necropoli è un libro autobiografico intenso e sconvolgente. E se Boris Pahor ci racconta la sua esperienza del mondo crematorio perché la memoria non si perda e la storia non sia passata invano, quella che ci dà non è però solo la fedele testimonianza delle atrocità dei lager nazisti, è anche un emozionante documento sulla capacità di resistere e sulla generosità dell’individuo.
«Necropoli è un romanzo straordinario e il nostro suggerimento è di leggerlo. Questo è un libro di morte e d’amore e ciascuno lo deve affrontare con se stesso». Fabio Fazio
«Un libro grandioso… un’opera letteraria sorprendente». Marino Sinibaldi
«Un testo che con la sua bellezza si situa a pieno titolo accanto ai capolavori di Primo Levi e Imre Kertész». Paolo Rumiz, «la Repubblica»
«Un libro tremendo e bellissimo». Elena Loewenthal, «TTL – La Stampa»
«Necropoli è un capolavoro assoluto della letteratura del Novecento». Alessandro Mezzena Lona, «Il Piccolo»
Vincitore del Premio Internazionale Viareggio Versilia 2008 Vincitore del premio della giuria al Premio Napoli 2008 Vincitore del Premio Latisana per il Nord-Est 2008 Vincitore del Premio Resistenza 2008 Vincitore del Premio Napoli “Libro dell’anno”
«Necropoli riesce a fondere l’assoluto dell’orrore con la complessità della storia». dall’introduzione di Claudio Magris
Campo di concentramento di Natzweiler-Struthof sui Vosgi. L’uomo che vi arriva, un pomeriggio d’estate insieme a un gruppo di turisti, non è un visitatore qualsiasi: è un ex deportato che a distanza di anni torna nei luoghi dove era stato internato. Subito, di fronte alle baracche e al filo spinato trasformati in museo, il flusso della memoria comincia a scorrere e i ricordi riaffiorano con il loro carico di dolore e di commozione. Ritornano la sofferenza per la fame e il freddo, l’umiliazione per le percosse e gli insulti, la pena profondissima per quanti, i più, non ce l’hanno fatta. E come fotogrammi di una pellicola, impressa nel corpo e nell’anima, si snodano le infinite vicende che ci parlano di un orrore che in nessun modo si riesce a spiegare, unite però alla solidarietà tra prigionieri, a un’umanità mai del tutto sconfitta, a un desiderio di vivere che neanche in circostanze così drammatiche si è mai perso completamente. Scritto con un linguaggio crudo che non cede all’autocommiserazione, Necropoli è un libro autobiografico intenso e sconvolgente. E se Boris Pahor ci racconta la sua esperienza del mondo crematorio perché la memoria non si perda e la storia non sia passata invano, quella che ci dà non è però solo la fedele testimonianza delle atrocità dei lager nazisti, è anche un emozionante documento sulla capacità di resistere e sulla generosità dell’individuo.
«Necropoli è un romanzo straordinario e il nostro suggerimento è di leggerlo. Questo è un libro di morte e d’amore e ciascuno lo deve affrontare con se stesso». Fabio Fazio
«Un libro grandioso… un’opera letteraria sorprendente». Marino Sinibaldi
«Un testo che con la sua bellezza si situa a pieno titolo accanto ai capolavori di Primo Levi e Imre Kertész». Paolo Rumiz, «la Repubblica»
«Un libro tremendo e bellissimo». Elena Loewenthal, «TTL – La Stampa»
«Necropoli è un capolavoro assoluto della letteratura del Novecento». Alessandro Mezzena Lona, «Il Piccolo»
Vincitore del Premio Internazionale Viareggio Versilia 2008 Vincitore del premio della giuria al Premio Napoli 2008 Vincitore del Premio Latisana per il Nord-Est 2008 Vincitore del Premio Resistenza 2008 Vincitore del Premio Napoli “Libro dell’anno”