Un romanzo intenso e poetico che ci insegna a lasciar andare per riscoprire la vita con occhi nuovi.
Guido, detto Cognac, abita in un casello dismesso della vecchia ferrovia adagiata tra i boschi del Cadore insieme a Moglie, la sua gatta. È anziano e non possiede più nulla se non una cartelletta piena di lettere indirizzate alle cime delle montagne. Sono pagine scritte a mano da un uomo che si firma con il nome di Onesto e racconta la sua vita con il fratello gemello Santo, l'incontro con Celeste, la guerra, la morte e l'amore. Sembrano storie semplici, di persone che accettano il destino senza porsi domande, aggrappate alla vita come i larici ai pendii più scoscesi. E invece rivelano vicende un rapimento, un figlio ritrovato, una bomba nella notte, un segreto pieno di vergogna e un amore inconfessabile e travolgente. Con una scrittura limpida e toccante, Francesco Vidotto va dritto al cuore delle cose e ci rivela qualcosa di il vero coraggio non è tenere, ma lasciare andare, ogni cosa - la paura, l'incertezza, il passato, il futuro, gli appigli - proprio come scalare una montagna.
Un romanzo intenso e poetico che ci insegna a lasciar andare per riscoprire la vita con occhi nuovi.
Guido, detto Cognac, abita in un casello dismesso della vecchia ferrovia adagiata tra i boschi del Cadore insieme a Moglie, la sua gatta. È anziano e non possiede più nulla se non una cartelletta piena di lettere indirizzate alle cime delle montagne. Sono pagine scritte a mano da un uomo che si firma con il nome di Onesto e racconta la sua vita con il fratello gemello Santo, l'incontro con Celeste, la guerra, la morte e l'amore. Sembrano storie semplici, di persone che accettano il destino senza porsi domande, aggrappate alla vita come i larici ai pendii più scoscesi. E invece rivelano vicende un rapimento, un figlio ritrovato, una bomba nella notte, un segreto pieno di vergogna e un amore inconfessabile e travolgente. Con una scrittura limpida e toccante, Francesco Vidotto va dritto al cuore delle cose e ci rivela qualcosa di il vero coraggio non è tenere, ma lasciare andare, ogni cosa - la paura, l'incertezza, il passato, il futuro, gli appigli - proprio come scalare una montagna.