Essere bambini è il periodo più bello della vita. Sun ed Elián erano inseparabili. Stare insieme era la loro unica certezza. Poi, tutto è andato in pezzi. Sun frequenta il secondo anno del college a Adelaide e sogna di diventare direttrice di una galleria d'arte. Osservare dipinti, foto e schizzi le ha sempre dato conforto, anche da quei ricordi che continuano a tormentarla. La sua vita ora è equilibrata, eppure sa di aver perso ciò che la rendeva più felice: Elián. Da anni il loro rapporto è cambiato. Lui è cambiato. Non sorride più, non disegna più, non la cerca più. Accerchiato da una fama di cui non gli era mai importato, è diventato il giocatore di punta della squadra di rugby del campus ed è fra i favoriti per entrare a far parte della nazionale australiana di rugby: i Wallabies. Ma Sun non molla. Anche se il rapporto che c'è fra loro non è che un'ombra di ciò che li legava da bambini, fa del suo meglio per tenere vivi quei piccoli frammenti che le ricordano il suo amico del cuore, che forse già da allora era molto di più.
Un orrore condiviso, un altro taciuto, un passato che non smette di occupare il presente. Nessuno a Adelaide sa cos'è successo nella cittadina di Mount Barker anni prima, quando due vite sono state distrutte e costrette a ricomporsi l'una senza l'altra.
Nota dell'autrice Chiamami per nome tratta temi delicati, come viol*nza fisica e psicologica, che potrebbero urtare la sensibilità di alcuni lettori. Vi chiedo di approcciarvi alla lettura con consapevolezza.
Estratto
«Sono felice». Sbattei più volte le palpebre. «Sei felice di essere stato rincorso dai bulli?» Gli passai una patatina e la mangiò subito, ridacchiando. «Sono felice perché anche se succedono cose brutte tu sei con me, Sol. Se siamo insieme, il resto non ha importanza, no?» Sorrisi e gli strinsi la destra mentre continuava a disegnare. «Sì. Il resto non ha importanza». A volte la vita ti delude. È come un disegno bellissimo che vive nella tua testa, ma quando poi lo riporti su carta non è come ti aspettavi. Con la matita non sei riuscito a delineare bene i contorni, si vedono i solchi sul foglio lasciati dalla bozza, i colori non sono belli come li avevi immaginati e il risultato finale è una brutta copia del tuo sogno. Allora cosa fai? Strappi il foglio e ne inizi un altro, perché da qualche parte bisognerà pur cominciare a costruire il proprio futuro. E nel mio ci vedevo sempre insieme. Contro tutto e tutti. Un solo disegno per entrambi. Che a un certo punto si è diviso in due. Come noi.
Essere bambini è il periodo più bello della vita. Sun ed Elián erano inseparabili. Stare insieme era la loro unica certezza. Poi, tutto è andato in pezzi. Sun frequenta il secondo anno del college a Adelaide e sogna di diventare direttrice di una galleria d'arte. Osservare dipinti, foto e schizzi le ha sempre dato conforto, anche da quei ricordi che continuano a tormentarla. La sua vita ora è equilibrata, eppure sa di aver perso ciò che la rendeva più felice: Elián. Da anni il loro rapporto è cambiato. Lui è cambiato. Non sorride più, non disegna più, non la cerca più. Accerchiato da una fama di cui non gli era mai importato, è diventato il giocatore di punta della squadra di rugby del campus ed è fra i favoriti per entrare a far parte della nazionale australiana di rugby: i Wallabies. Ma Sun non molla. Anche se il rapporto che c'è fra loro non è che un'ombra di ciò che li legava da bambini, fa del suo meglio per tenere vivi quei piccoli frammenti che le ricordano il suo amico del cuore, che forse già da allora era molto di più.
Un orrore condiviso, un altro taciuto, un passato che non smette di occupare il presente. Nessuno a Adelaide sa cos'è successo nella cittadina di Mount Barker anni prima, quando due vite sono state distrutte e costrette a ricomporsi l'una senza l'altra.
Nota dell'autrice Chiamami per nome tratta temi delicati, come viol*nza fisica e psicologica, che potrebbero urtare la sensibilità di alcuni lettori. Vi chiedo di approcciarvi alla lettura con consapevolezza.
Estratto
«Sono felice». Sbattei più volte le palpebre. «Sei felice di essere stato rincorso dai bulli?» Gli passai una patatina e la mangiò subito, ridacchiando. «Sono felice perché anche se succedono cose brutte tu sei con me, Sol. Se siamo insieme, il resto non ha importanza, no?» Sorrisi e gli strinsi la destra mentre continuava a disegnare. «Sì. Il resto non ha importanza». A volte la vita ti delude. È come un disegno bellissimo che vive nella tua testa, ma quando poi lo riporti su carta non è come ti aspettavi. Con la matita non sei riuscito a delineare bene i contorni, si vedono i solchi sul foglio lasciati dalla bozza, i colori non sono belli come li avevi immaginati e il risultato finale è una brutta copia del tuo sogno. Allora cosa fai? Strappi il foglio e ne inizi un altro, perché da qualche parte bisognerà pur cominciare a costruire il proprio futuro. E nel mio ci vedevo sempre insieme. Contro tutto e tutti. Un solo disegno per entrambi. Che a un certo punto si è diviso in due. Come noi.